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    Abbazia di Melk. Foglia d’oro, stucchi e marmi

    È come se i costruttori avessero voluto essere un po’ più vicini al cielo: l’abbazia di Melk è l’edificio più straordinario della Wachau. Tutto qui è grandioso, tutto aspira alle vette più elevate. E sotto scorre scenografico il Danubio.

    Il fiume ha un ruolo importante in questo luogo speciale. La roccia su cui sorge il monastero più famoso dell’Austria è stata plasmata dal Danubio nel suo corso, che ha scavato il territorio per milioni di anni. I primi insediamenti umani sul suggestivo massiccio roccioso sopra la riva destra risalgono già alla tarda età del bronzo. Fu poi scoperto dai Romani, e ancora più tardi dai Babenberg, che costruirono qui il castello da cui vegliavano sui loro possedimenti. I monaci benedettini vi si trasferirono solo nel 1089, quando fu costruito il monastero.

    • Quello che vedete oggi è ovviamente molto più recente. L’architetto Jakob Prandtauer, importante esponente del barocco austriaco, ha creato il complesso nei primi quattro decenni del XVIII secolo. È enorme: solo l’ala sud con la Sala marmorea è lunga 240 metri.

      Oltre a centinaia di lavoratori, nella costruzione sono stati coinvolti artisti provenienti da tutta l’Austria e dall’Italia, che hanno trovato ispirazione nella luce, nel panorama e nelle albe dorate sulla Wachau. La sua chiesa collegiata è considerata la più bella di tutta l’Austria. Gli affreschi della volta brillano come se avessero una luce interna.

    • È uno splendore quasi teatrale quello che accoglie i visitatori di Melk. "L’obiettivo del periodo era creare Gesamtkunstwerk, opere d’arte totali", dice padre Ludwig. "Dovevano essere il più possibile magnifiche e grandiose".

      Al centro della sala degli specchi del museo, in cui intricate superfici di vetro riflettono il bagliore dorato dei tesori del monastero, ci sono due modeste figure di legno che raffigurano piccole persone cenciose con gli abiti strappati. Hanno lo scopo di ricordare che lo splendore del barocco non era per tutti, ma era in definitiva la ricchezza destinata solo a pochi.

    • Ma l’abbazia di Melk è sempre stata un luogo di conoscenza: la biblioteca comprende 100.000 volumi ed è una delle più famose d’Europa. Si vede solo una piccola parte della collezione, pregevoli edizioni e manoscritti medievali sono conservati in appositi magazzini. Anche gli annali di Melk sono ben protetti: i registri trattano di fenomeni naturali, sviluppi politici e nuovi abati. Ci compare perfino Gengis Khan, la cui avanguardia avanzò in quella che oggi è la Bassa Austria a metà del XIII secolo. Una curiosità. Il co-protagonista de Il nome della rosa di Umberto Eco è Adso da Melk: figlio minore del barone locale, in questa biblioteca scrive, ormai anziano, le sue memorie.

    •                         The Collegiate Church of Melk / Stift Melk
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    •                         Museum of Melk Abbey / Stift Melk
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    •                         Melk Abbey Library / Stift Melk
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    Non importa quale sia il lavoro di chi viene all’abbazia: tutti, imbianchini, muratori, elettricisti, si prendono una breve pausa e guardano in alto!

    Melk Abbey, Father Ludwig / Stift Melk
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    Pater Ludwig

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