Incantevole Vienna: la reggia di Schönbrunn
La visita al palazzo di Schönbrunn è davvero indimenticabile. La reggia imperiale, il parco del castello e lo zoo offrono un’esperienza magica per tutta la famiglia.
Elisabetta (1837 - 1898) è per tutti l’imperatrice più bella, ribelle e tragica dell’Austria. La storia della vita di Sisi si legge anche come un dramma dal finale crudele e oscuro.
Amore a prima vista. È per una coincidenza se nel 1854 l’imperatore Francesco Giuseppe convola a nozze con la giovane Elisabetta: era Elena, la sorella maggiore, la prescelta per essere incoronata imperatrice. Ma quando Francesco Giuseppe incontra per la prima volta a Bad Ischl la donna che sarà ricordata in tutta l’Austria come Sisi, si innamora subito della quindicenne. Un anno dopo Elisabetta Amalia Eugenia duchessa di Baviera diventa imperatrice d’Austria.
Una storia tutta rosea? Non proprio. Il ruolo imperiale non si addice affatto alla giovane donna. Elisabetta si sente imprigionata dall’etichetta della corte viennese, una delle più conservatrici d’Europa. Riesce malamente a convivere con la suocera Sophie, che le dà ordini e la critica. Si dice anche che il matrimonio imperiale sia stato tutt’altro che felice. "Mi sono svegliata in una prigione...", scrive la sedicenne solo due settimane dopo il matrimonio. La coppia ha caratteri molto diversi: il pedante Francesco Giuseppe si interessa solo agli affari di Stato, mentre Sisi ama la libertà e la lettura, è attratta dalla mitologia.
Depressione e sete di libertà. L’educazione dei figli di Sisi e Francesco Giuseppe, Sophie, Gisela e Rudolf, è in gran parte affidata alla suocera. Quando la figlia maggiore di Sisi muore a soli due anni, l’imperatrice si ammala di depressione. Appena può, trascorre del tempo a Laxenburg, vicino a Vienna. Lì trova cosa ama: l’aria fresca, la natura e i cavalli per lunghe cavalcate. Inizia anche a viaggiare in altri Paesi: a causa della sua malattia polmonare, il medico la manda a Madeira e a Corfù per le cure. Il clima e la natura rigogliosa le danno nuova forza, nuova fiducia in se stessa. Così Sisi inizia a curare eccessivamente la sua bellezza.
Mi sono svegliata in una prigione e le catene sono nelle mie mani. E il mio desiderio diventa più forte. E la libertà! Mi ha voltato le spalle!
È considerata una delle donne più belle del suo tempo, e Sisi ha lavorato molto per raggiungere questo risultato. Molte ore della giornata sono dedicate al suo aspetto: il suo parrucchiere personale acconcia e drappeggia la lunga e folta chioma, nascondendo i capelli caduti per evitare gli scoppi d’ira dell’imperatrice. Ogni tre settimane la criniera è trattata con un bagno di cognac e uovo e quando i capelli diventano troppo pesanti sono legati con nastri. I bagni estensivi con sale marino e olio d’oliva fanno parte della routine quotidiana. Mangia poco, fa molto esercizio fisico e cammina così velocemente che il suo staff riesce a malapena a starle dietro. Perché il suo vitino da vespa è importante quanto lo splendore dei suoi capelli. Anche l’allacciatura del corsetto richiede ore.
Per me niente amore, niente vino; uno ti fa venire la nausea, l’altro ti fa vomitare.
Il matrimonio diventa sempre più un peso per l’imperatrice. Anche se si racconta che Francesco Giuseppe abbia amato e adorato Sisi, ha delle altre relazioni, e una è stata organizzata da Sisi stessa. È la relazione con l’attrice Katharina Schratt, che permette all’imperatrice di vivere il suo desiderio di libertà e di intraprendere numerosi viaggi. In casa riesce a non lasciarsi più opprimere dalla suocera e si occupa dell’educazione dei figli. Fin dall’inizio si prende cura della sua quarta figlia, Marie Valerie. All’epoca, oltre al ruolo di imperatrice, Sisi è già regina d’Ungheria.
La vita è una terribile interruzione del nulla.
Tempi bui. Il suicidio del figlio Rudolf è il momento più difficile della vita di Elisabetta. Il 30 gennaio 1889 il principe ereditario uccide con un colpo di pistola la sua amante e rivolge l’arma contro di sé. Non lascia alcuna motivazione per l’atto che spezza il cuore di Sisi. “La mamma invidia la morte di Rudolf e la desidera giorno e notte”, avrebbe scritto Valerie, la figlia di Sisi, nel suo diario. L’imperatrice vive altri dieci anni, durante i quali viaggia di Paese in Paese, spinta da un’inquietudine distruttiva, persa nella depressione. Fino al suo assassinio, nel 1898, indossa solo abiti neri.
“Cosa è successo davvero?”, sono state le ultime parole di Sisi, sorpresa dall’attentato. Era il 10 settembre 1898 quando l’anarchico italiano Luigi Lucheni la pugnala con una lima a Ginevra. Sisi cade, ma si rimette nuovamente in piedi e riesce a salire sulla nave che doveva riportare a Montreux lei e la sua dama di compagnia. Muore poche ore dopo per un attentato che non era rivolto a lei ma a qualche importante regnante: il principe d’Orléans, che Lucheni aveva atteso invano a Evian. O il re italiano Umberto I: negli interrogatori Lucheni confessa che sarebbe stata la vittima designata, se avesse avuto i soldi necessari per arrivare fino a Roma. “Ho deciso, quindi, di uccidere una personalità qualsiasi, principe, re o presidente della repubblica; tanto sono tutti della stessa razza”, dichiara. Sisi è proprio lì e viene colpita. Un omicidio che pare più una coincidenza che un piano programmato.
Sisi ha sempre amato trascorrere le vacanze estive a Bad Ischl e si è spesso fermata nella città di Salisburgo. Ancora oggi una statua di marmo vicino alla stazione ferroviaria e il quartiere "Elisabeth Vorstadt" ricordano l’imperatrice. Anche la Cappella di Elisabetta sulla Schmittenhöhe, vicino a Zell am See, è un omaggio all’imperatrice, che salì a piedi la montagna alta 2.000 metri. Il rifugio Zwieselalmhütte nel Tennengau, con vista sul Gosausee e sul Dachstein, era una meta particolarmente apprezzata da Sisi, che vi ha trascorso la notte. Non lontano da Bad Ischl si trova la Postalm, un altro dei luoghi preferiti dall’imperatrice. Oggi, in sua memoria, si può visitare una cappella.
Chi non ricorda la Sissi di Romy Schneider? La sua interpretazione è famosa in tutto il mondo, dagli anni Cinquanta del secolo scorso ad oggi. La versione cinematografica della giovane imperatrice nella trilogia "Sissi" non è molto fedele ai fatti storici: ritrae l’imperatrice come una ragazza ingenua e ribelle dalla voce acuta che idolatrava il suo "Franzl". È lo stile tipico del dopoguerra, epoca dominata da un grande desiderio di armonia e perfezione. Al titolo della trilogia si deve anche il modo di scrivere il nome dell’imperatrice con la doppia s, Sissi. Il ruolo di Sissi è il più importante nella vita di Romy Schneider. Nonostante i suoi sforzi per staccarsene, è stata associata alla figura dell’imperatrice fino alla sua morte prematura, avvenuta all’età di 43 anni.
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