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    Carinzia, la prima Slow Food Travel Destination

    La Carinzia con incontri con agricoltori, casari, pastori, norcini, fornai, viticoltori e cuochi che cucinano i loro prodotti è meta ideale per tutti che sono alla scoperta di autenticità e genuinità. Guide speciali rivelano tradizioni locali e ottimi gusti. Insomma la regione è ideale per chi ama lo Slow Food Travel.

    “Buono, pulito e giusto”. È il titolo di uno dei libri di Carlo Petrini, il fondatore di Slow Food. Tre parole diventate uno slogan che ha cambiato i rapporti tra cibo, ambiente, natura, agricoltura. Perché indicano come deve essere il cibo: piacevole, accessibile a tutti, prodotto con criteri di sostenibilità. Nel rispetto della biodiversità e dei diritti di chi lo produce e di chi lo consuma.

    “Buono, pulito e giusto” sono anche le parole che ispirano i prodotti e la cucina dell’Alpe Adria, la regione della Carinzia al confine con Italia e Slovenia. Dove due valli, la Gailtal e la Lesachtal, sono diventate la prima destinazione al mondo di Slow Food Travel. In queste valli, la cucina è insaporita dai confini italiani e sloveni e da ricette tramandate di generazione in generazione. Qui, albergatori e i produttori si sono impegnanti a conservare il tradizionale ciclo di produzione, a preservare i saperi artigianali, a rispettare la ricchezza di un territorio unico.

    Carinzia: fate esperienze di Slow Food

    La quiete avvolge prati, boschi, laghi e monti delle valli Gailtal e Lesachtal, e la frenesia scompare nel lento scorrere del tempo. Con una vacanza in questo angolo di Carinzia, ritrovate un altro ritmo. E soprattutto riscoprite le antiche tradizioni nella produzione di alimenti autentici e genuini.

    Gastronomia locale
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    Con i programmi di Slow Food Travel Alpe Adria sono tante le esperienze che conducono dietro le quinte di cucina e alimenti. Escursioni, passeggiate tra gli alpeggi, visite ai laboratori vi fanno incontrare contadini, artigiani, casari, mastri birrai, ma anche cuochi, osti e albergatori.

    Attori della rete del territorio selezionati da Slow Food che accompagnano in un viaggio autentico alla scoperta di luoghi, saperi, cibi antichi.

    4 idee di Slow Food Travel

    Kärntner Nudeln fatti a mano del Gasthof Grünwald
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    Volete imparare a cucinare i Kärntner Kasnudeln (tortelloni carinziani)? Con la forma di una mezzaluna, ripiegati con un bordo che sembra una treccia, i tortelloni carinziani hanno vari ripieni, dalla ricotta e menta allo speck e mais bianco della Gailtal.

    Si dice che chi sappia preparare questa pasta abbia tutte le carte in regola per sposarsi. E esiste perfino un verbo specifico - krendeln - per indicare l’arte di ripiegare la pasta. Una particolare manovra di chiusura che si impara al Gasthof Grünwald di Dellach.


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    Gailtaler Speck di Hans Steinwender
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    Il gustoso speck è uno dei vanti della Gailtal. Ne scoprite i segreti al Biedermeier Schloss Lerchenhof di Hermagor, con Hans Steinwender, tra coloro che hanno scelto di produrre in modo responsabile le eccellenti specialità regionali.

    A rendere speciale il suo Gailtaler speck sono i maiali, allevati nella sua azienda agricola e nutriti con un fieno colmo di erbe e fiori di campo. Anche gli altri ingredienti sono naturali: pepe, sale, alloro, ginepro e aglio sono le spezie lavorate con la carne prima di avviarla all’affumicatoio.


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    Inge Daberer al giardino aromatico di Biohotel "der daberer" / St. Daniel
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    Il mondo profumato delle erbe aromatiche. Nel rigoglioso giardino del Bio-Hotel Daberer, che ha ottenuto la certificazione biologica già dal 1978, vero antesignano, ecco Inge Daberer, cuoca provetta e maga delle erbe. Insegna cosa mettere nell’insalata: piante dai nomi sconosciuti, come wasabi, plantago a lingua di cervo, portulaca estiva, bacche rosse di chenopodium, fiori edibili. E con lei imparate anche a usare in cucina le erbe e le piante della foresta, dalle pigne agli aghi di pino.


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    Chiamata la valle dei cento mulini, la valle Lesachtal ha una lunga storia legata alla coltivazione del grano, ma anche alla sua macinazione, resa possibile dai ripidi torrenti che azionano i mulini. Altrettanto importante è la panificazione, non a caso nominata dall’Unesco Patrimonio orale e immateriale dell’umanità. Al Tuffbad Almwellness Resort si impara a fare il pane con la coltivatrice biologica Theresia Lugger, che ancora usa la segale coltivata in valle e lo cuoce nel tradizionale forno in pietra.


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