Il caffè in Austria: una consuetudine da provare
Il caffè austriaco vanta una lunga tradizione, nata alla fine del Seicento. Da allora è diventato una vera esperienza sensoriale, da godere come fanno gli austriaci: seduti ai tavolini, senza fretta.
Beethoven scelse Vienna come casa adottiva e trascorse la maggior parte della sua vita nella capitale austriaca. Un viaggio musicale indietro nel tempo sulle tracce di Beethoven.
Come il suo grande modello Mozart, Ludwig van Beethoven scelse Vienna come casa adottiva. Due degli appartamenti dove trascorse parte della sua vita sono ancora oggi visitabili e testimoniano la vita del grande genio musicale. Insieme ad altri luoghi importanti dei suoi anni viennesi danno vita a una passeggiata sulle orme di Beethoven. Un’esperienza da non perdere.
Benvenuti nella Vienna di Beethoven
Anche Mozart trovò in Vienna il luogo di ispirazione e residenza, ma un solo appartamento di quell’epoca esiste ancora. Diverso è invece il caso del Ludwig van Beethoven: ben due dei suoi alloggi possono essere visitati ancora oggi e ospitano tesori della sua vita. Seguendo questa passeggiata ne visiterete alcuni. Punto di partenza: lo Schottentor.
Uscendo dalla stazione della metropolitana Schottentor, la vista è catturata dalla Votivkirche, la seconda chiesa più alta di Vienna. Annuncia perfettamente questa giornata dedicata al grande Beethoven e alla "sua" Vienna. Il percorso conduce verso la Casa di Pasqualati, che si trova all’angolo di Mölkerbastei e Schreyvogelgasse. L’uomo a cui è intitolata la casa, Johann Baptist Freiherr von Pasqualati, fu un grande mecenate di Beethoven, che visse in questa casa per quasi otto anni. Qui trovò l’ispirazione per il "Fidelio", la sua unica opera lirica. E qui scrisse anche la delicata melodia di "Per Elisa". Oggi, l’ex appartamento di Beethoven è accessibile ai visitatori come parte del Wien Museum. In cinque stanze diverse potete conoscere meglio l’artista e farvi un’idea delle sue opere. Ma non solo. Lo sguardo è catturato dalle molte grandi finestre: chissà se anche Beethoven ha tratto ispirazione per le sue opere da questa vista?
La prossima tappa porta a Piazza Albertina. È qui che gli ospiti del Theater am Kärntnertor ascoltarono per la prima volta i suoni della Nona Sinfonia nella sua prima esecuzione, il 7 maggio 1824. Oggi non rimane nulla del teatro, demolito nel 1870, ma la melodia della Nona Sinfonia accompagna la passeggiata sulle tracce di Beethoven. Prima di continuare, però, vale la pena entrare nel Café Mozart. Contrariamente a quello che potrebbe suggerire il nome, qui non ci sono solo torte e caffè, ma anche i tipici piatti caldi viennesi. A proposito di caffè, Beethoven era noto per essere un buongustaio ed era appassionato della bevanda, che all’epoca era un prodotto di lusso. Ma Beethoven possedeva persino la sua macchina da caffè e celebrava un rito molto speciale: si dice che usasse sempre esattamente 60 chicchi di caffè per il suo espresso. Chissà se anche il caffè che si beve ora è stato macinato con esattamente 60 chicchi? Con questa domanda, a cui è difficile dare risposta, si prosegue verso Karlsplatz.
La cupola dorata della Secessione è visibile già da lontano: come non lasciarsi incantare da questa icona architettonica dell’Art Nouveau? “Der Zeit ihre Kunst. Der Kunst ihre Freiheit”: sono le parole incise sulla facciata. In italiano suonano come “A ogni epoca la sua arte, all’arte la sua libertà”. Sono il motto della Secessione, il movimento artistico fondato da nomi come Gustav Klimt, Koloman Moser e molti altri. Dalla fondazione, l’edificio della Secessione è stato un luogo dedicato alle mostre d’arte. Ma oggi l’attenzione va al Fregio di Beethoven. L’opera, larga 34 metri e alta 2, fu creata nel 1902 da Gustav Klimt come omaggio a Beethoven in occasione del 75° anniversario della sua morte. L’artista rappresenta pittoricamente l’interpretazione di Richard Wagner della Nona sinfonia di Beethoven: la ricerca della felicità da parte dell’uomo. Il fregio in tre parti era stato originariamente creato solo per la mostra dell’anniversario e doveva essere rimosso al termine dell’esposizione. Ma dopo varie vicissitudini fu acquistato dalla Repubblica d’Austria e dal 1986 l’opera è conservata nell’edificio della Secessione, concessa in prestito dal Belvedere.
In Probusgasse 6, nel 19° distretto di Vienna, si trova un’altra sede del Wien Museum: il Museo Beethoven. All’epoca, la zona era ancora un sobborgo, ma oggi è parte dell’area urbana di Vienna. Ai tempi del compositore, qui sorgeva un centro di cura dove Beethoven cercava la guarigione, o almeno il sollievo, dalla sordità diventata sempre più grave. Nelle sale oggi trasformate nel museo Beethoven, potete immergervi nella sua vita. Lo spazio di oltre 250 metri quadri è suddiviso in sei capitoli: arrivare, recuperare, comporre, guadagnare, eseguire e lasciare in eredità. Ognuno dei capitoli racconta un aspetto dell’artista. Nel 1802 Beethoven scrisse qui il suo "Testamento di Heiligenstadt", spinto dalla paura di diventare totalmente sordo. Tuttavia, non inviò mai queste ultime righe ai fratelli. Fu anche qui che completò la sua terza sinfonia, l’"Eroica", e fu qui che più tardi lavorò alla sua più grande opera, la Nona sinfonia.
Come conclusione di questa giornata sulle tracce di Beethoven non poteva mancare l’Heurigen Mayer a Pfarrplatz. Che si trova a pochi passi dalla casa in cui visse Beethoven. Prendete posto su una delle tipiche panche di legno nell’accogliente cortile interno e godetevi la serata con un bicchiere di vino della casa. La tipica musica viennese che si sente in sottofondo non sarà una sinfonia di Beethoven, ma crea un’atmosfera allegra ed esuberante. Perfetta per terminare questa giornata all’insegna del grande musicista!
Il caffè austriaco vanta una lunga tradizione, nata alla fine del Seicento. Da allora è diventato una vera esperienza sensoriale, da godere come fanno gli austriaci: seduti ai tavolini, senza fretta.
Benvenuti nella capitale mondiale della musica! Nessun'altra città può vantare così tanti compositori - Mozart, Mahler, Haydn, Beethoven e il re del valzer Johann "Schani" Strauss.