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    • Stift Admont _ Biblioteca del monastero / Admont
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    10 cose uniche da vedere in Austria

    Piccola ma affascinante. L’Austria è uno scrigno di sorprese nel cuore dell’Europa. Montagne, laghi, pianure formano paesaggi magnifici, punteggiati di castelli e palazzi degni del passato imperiale. Ma sfoggia anche città all’avanguardia capaci di primeggiare per vivibilità. Insieme ad altri curiosi primati che invitano al viaggio. Ecco le cose da mettere in agenda prima di partire.

    1. Castello Ambras, il primo museo al mondo

    Castello Ambras
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    Non lontano da Innsbruck, il capoluogo del Tirolo, Castello Ambras ha una storia che va indietro al Medioevo, quando era sede dei conti dell’Alta Baviera di Andechs, prima, e dei conti del Tirolo, poi. Ma si deve attendere il 1564 perché diventi la residenza dell’arciduca Ferdinando II, della segreta moglie Philippine e dei loro figli. La dimora cambia: il Castello Superiore viene ampliato in stile rinascimentale e compare una nuova costruzione con più ali intorno a una corte pentagonale, il Castello Inferiore. Qui Ferdinando alloggia la sua incredibile collezione, prima di armature, poi di pezzi d’arte, ritratti e oggetti che per il tempo erano una rarità: coralli, madreperle, corni di rinoceronte, giade, avori, porcellane.

    Già nel Cinquecento la collezione era famosa, visitata da aristocratici, sovrani di altre corti europee, altri membri della famiglia degli Asburgo. Oggi si può dire che il Castello di Ambras è il “museo più antico del mondo”: in un disegno del 1580 circa, è espressamente chiamato “museo”. Ferdinando aveva organizzato il castello intorno agli spazi per esporre gli oggetti, aveva costruito un vero edificio museale. Ma non solo. Il Castello Inferiore è l’unico edificio rinascimentale ad ospitare una collezione tuttora esposta nel luogo in cui fu raccolta per essere mostrata. Una cosa molto rara.

    2. L’Abbazia di Admont, la biblioteca monastica più grande del mondo

    Stift Admont _ Biblioteca del monastero / Admont
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    All’ingresso del parco nazionale Gesäuse, in Stiria, sorge l’Abbazia benedettina di Admont. È il monastero più antico della regione: la sua fondazione risale al 1074. Durante il Medioevo diviene una famosa scuola di copisti, con uno Scriptorium dedicato alla trascrizione di testi antichi. Dopo l’invenzione della stampa, la collezione si arricchisce di incunaboli e di edizioni di opere rare ed importanti. È così che nasce il contenuto di libri della Biblioteca, la cui costruzione fu terminata nel 1776 su progetto dell’architetto barocco Josef Hueber, influenzato dall’Illuminismo. È la biblioteca monastica più grande al mondo: 70 metri di lunghezza, 14 di larghezza, 11 di altezza. Un gioiello creato anche dagli affreschi del soffitto, dipinti da Bartolomeo Altomonte al tempo già ottantenne, raffiguranti la connessione tra religione, arti e scienze. La Biblioteca ospita 70mila volumi, ma la collezione di libri dell’abbazia arriva a 200mila, con oltre 1400 manoscritti e 1530 incunaboli.

    Dal 1997 avete una ragione in più per visitare l’abbazia: un emozionante progetto a metà tra tradizione monastica e attualità culturale. Con il Museo d’arte contemporanea l’abbazia di Admont ha creato una cornice per una collezione di oltre 1500 nuove opere, che di volta in volta vengono accostate in mostre temporanee a tema.

    3. La cittadina più piccola dell’Austria: Rattenberg

    Rattenberg - City Centre / Rattenberg
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    Appena 400 abitanti e un’estensione di 10 ettari. Rattenberg, incastonata in posizione pittoresca tra il fiume Inn e il monte Schlossberg è la più piccola cittadina dell’Austria. Eppure ha una storia antica e molte cose da offrire. Fondata nel XIII secolo, sfoggia case signorili restaurate con cura che si affacciano con le facciate colorate su una piacevole zona pedonale. Ma la sorpresa sono le numerose botteghe dei vetrai, che l’hanno resa la città del vetro. Tra le cristallerie spicca Kisslinger, nome legato al vetro dal 1640 e attivo a Rattemberg dal 1946. Nella bottega, posta sotto tutela artistico-culturale, oltre alla produzione di cristallo con esposizione e spazio vendita, potete assistere a dimostrazioni di soffiatura del vetro.

    Da visitare anche l’Augustineum, nell’ex monastero agostiniano, che ospita una ricca collezione di tesori artistici sacri tirolesi. I pezzi forti della raccolta sono le sculture gotiche, le opere in argento e oro, l’arte barocca. Mentre dalle rovine della fortezza sul monte Schlossberg potete godere un magnifico panorama sulla valle dell’Inn.

    4. La strada panoramica più bella d’Europa, la Grossglockner Hochalpenstrasse

    Grossglockner High Alpine Road
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    Tra Carinzia e Salisburghese corre un nastro d’asfalto di 48 chilometri e 36 tornanti dominato dai 3.768 metri del Grossglockner, la montagna più alta d’Austria, e da un’affollata corona di altri tremila. È la Strada alpina del Grossglockner, da percorrere in auto, anche elettrica, o in moto, in bicicletta, a piedi. Inaugurata nel 1935, conserva il fascino di un tempo: non a caso nel 2015 è stata dichiarata Monumento nazionale. Si snoda in un paesaggio di grande bellezza, tra prati montani in fiore, campi di neve estivi, laghi turchesi, cime incappucciate di bianco, cascate. Ha anche una storia interessante: non solo fu per secoli uno dei collegamenti tra nord e sud, ma pare che il passo Hochtor fosse già conosciuto sin dal periodo di Hallstatt, come testimoniano ritrovamenti d’epoca preceltica.

    La Strada Alpina del Grossglockner attraversa il Parco Nazionale Alti Tauri, una delle più grandi riserve naturali dell’Europa centrale. Il parco difende marmotte, caprioli, camosci, grifoni, aquile reali, oltre ad altre 10.000 specie di animali che qui trovano un habitat sicuro, e a una gran varietà di fiori e piante rare.

    Lungo la strada trovate 12 soste, con allestimenti museali, percorsi natura, punti esplicativi, scenografici belvedere. Il clou dell’itinerario è la Kaiser-Franz-Josefs-Höhe, che offre la vista sul Grossglockner e un centro visitatori con interessanti mostre.

    5. Café 3440: il caffè più in alto dell’Austria

    Café 3440, Pitztal
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    Potete immaginare qualcosa di più goloso di un cappuccino e di una fetta di torta a 3.440 metri di quota? Potete trovarli al Café 3.440 sul ghiacciaio Pitztaler Gletscher, che oltre al caffè più in alto di tutta l’Austria vanta pure la pasticceria più in alto del Tirolo. Il nome viene ovviamente dai metri di altezza della posizione, su un costone roccioso accanto alla cima dell’Hinterer Brunnenkogel. Nel bar pasticceria l’architettura innovativa si fonde con la natura. Davanti a vetrate e terrazze si apre la vista di un mondo di ghiacci e nevi eterne, oltre a innumerevoli vette delle Alpi Venoste e Retiche, tra cui spicca il Wildspitze. Che con i suoi 3.774 metri è la cima più elevata dal Tirolo e la seconda in tutta l’Austria dopo il Grossglockner. Il panorama ideale per la torta di grano saraceno, farcita con marmellata di mirtilli rossi.

    Arrivarci è comodo: basta salire da St. Leonhard im Pitztal con il Gletscherexpress, il trenino sotterraneo, e la Wildspitzbahn, la cabinovia più alta dell’Austria. Il Café 3440 è aperto in estate e in inverno. In estate troverete passeggiate in alta quota, e da settembre a maggio piste per lo sci alpino, anelli per lo sci di fondo, itinerari di scialpinismo e freeride. E con la colazione nel Café 3440 sarete tra i primi a scendere sulla neve appena battuta.

    6. Il castello dall’architettura allegorica

    Vista dall'alto del Castello di Eggenberg
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    Non troverete solo maestosità nel castello Eggenberg, che sorge poco fuori l’abitato di Graz, in Stiria. Voluto nel 1625 dal principe Hans Ulrich von Eggenberg, consigliere personale dell’arciduca Ferdinando II d’Asburgo, il maniero è un gioiello barocco colmo di riferimenti allegorici. Con Giovanni Pietro de Pomis, architetto e pittore italiano attivo alla corte di Innsbruck, l’arciduca realizza un’allegoria architettonica sia come segno della sua nuova potente posizione sia come rappresentazione, ispirata dall’Umanesimo, di un mondo ideale.

    Sono tanti i rimandi, già dall’esterno. Gli angoli del palazzo si rivolgono alle quattro direzioni cardinali: così il sole illumina una facciata in un preciso momento della giornata. Anche i lati richiamano le quattro parti del giorno: mattina, mezzogiorno, sera, notte. Mentre le stanze rispettano un ordine: al piano terra c’è la vita quotidiana, al superiore il mondo ideale delle idee. Importante, nel castello, il riferimento al calendario. Il maniero sfoggia 365 finestre, come i giorni in un anno, 31 camere per piano, come i giorni in un mese, 24 sale di stato, come le ore in un giorno, 52 porte nel piano nobile, come le settimane in un anno. Anche la "Sala dei pianeti" creata dopo il 1666 dal nipote dell’arciduca, Johann Seyfried von Eggenber, gioca con i numeri. Nel ciclo di affreschi di Hans Adam Weissenkircher i sette pianeti allora conosciuti sono raffigurati sul soffitto. Simboleggiano i sette giorni della settimana, i sette metalli alchemici e i sette più importanti membri della famiglia Eggenberg.

    Rimaste disabitate per quasi tutto il XX secolo, oggi le sale del piano nobile del castello conservano perfettamente gli interni barocchi e rococò, come pochi altri edifici dell’epoca. Non a caso il Castello Eggenberg è dal 2010 parte del Patrimonio UNESCO.

    Il centro storico meglio conservato del Tirolo, Hall in Tirol

    Hall in Tirol / Hall in Tirol
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    Avete mai sentito parlare di HaIl in Tirol? Eppure nel Medioevo e nel Rinascimento fu uno dei centri più importanti delle Alpi. Una posizione raggiunta grazie alla ricchezza creata dall’estrazione del sale nelle vicine miniere, dalla posizione strategica sul fiume Inn, usato per il trasporto, e dalla presenza della zecca ducale, trasferita qui nel 1477 da Merano per avvicinarla a Schwaz, dove erano numerose le miniere d’argento.

    Con una passeggiata potete scoprire uno dei centri storici più belli del Tirolo, premiato nel 1984 dallo Stato austriaco per l’accurata tutela dei monumenti. Tra gli stretti vicoli dove si affacciano le dimore dei ricchi commercianti, ecco le mura merlate decorate da stemmi del Municipio risalente al 1338, la gotica chiesa parrocchiale di San Nicola, la Cappella di Santa Maddalena con il trittico tardogotico, la facciata rinascimentale della chiesa nella piazza del monastero, la barocca chiesa dei Gesuiti. 

    È poco fuori la Fortezza di Hasegg, dove nel 1567 l’arciduca Ferdinando II fece spostare la Zecca, che divenne presto il simbolo della città. Oggi è sede di un museo che illustra la storia del conio, con la ricostruzione di imponenti macchinari. Qui, per la prima volta nel 1486, furono coniati i Guldiner, monete d’argento del valore di un fiorino d’oro poi ribattezzate Taler o talleri, gli antenati del dollari.

    8. Il bacio più famoso del mondo, Gustav Klimt e il Belvedere

    Interior view of the Upper Belvedere, showing Gustav Klimt's "Kiss" / Belvedere
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    È il 1907: Gustav Klimt inizia a lavorare a Il Bacio, che non solo è la sua opera più conosciuta, ma anche uno dei dipinti più famosi dello Jugendstil. In quell’anno, il pittore è all’apice della sua carriera. Dopo gli inizi come decoratore, lavoro da cui nascono gli affreschi del Burgtheater e del Kunsthistorisches Museum, nel 1897 aveva fondato con altri 19 artisti la Secessione viennese, per portare l’arte al di fuori dei rigidi canoni della tradizione classica. Aveva anche già realizzato il Fregio di Beethoven nel palazzo della Secessione, in occasione della mostra del 1902 in onore di compositore. Un lavoro con cui si concretizzava il sogno della Gesamtkunstwerk, la sintesi di tutte le arti. E aveva già fatto, nel 1903, i due viaggi a Ravenna, dove conosce i raffinati mosaici, che consolidano il largo uso dell’oro già presente nel Fregio di Beethoven.

    Il Bacio raffigura una coppia in un abbraccio su un prato fiorito. Le due figure sono dipinte con una sofisticata grammatica visiva: mentre agli abiti dell’uomo sono associate forme quadrate e rettangolari, la donna è rivestita da forme morbide e floreali. Un’aura dorata circonda e racchiude la coppia, a rappresentare una sfera solenne, senza spazio, che appunto ricorda i mosaici bizantini. In molti hanno cercato di identificare la figura femminile. Si è fatto il nome della migliore amica di Klimt, Emilie Flöge, o quello di Adele Bloch-Bauer, ritratta proprio nel 1907. Ma i tratti del viso non danno indizi sicuri.

    Quando Klimt, nel 1908, espone per la prima volta il dipinto al pubblico, il dipinto è subito acquisito dalla Österreichische Galerie. Oggi potete ammirate l’opera nella Galleria del Belvedere Superiore di Vienna. Il Museo del Belvedere  invita ad entrare non solo per il Bacio e per la raccolta più estesa al mondo di dipinti di Gustav Klimt. Ma anche per la sua splendida sede, il castello fatto erigere ad inizio Settecento dal principe Eugenio di Savoia. Costituito da due palazzi, il Belvedere Superiore e Inferiore, e dai giardini, ospita la collezione più importante di arte austriaca, dal Medioevo al Barocco. Oltre appunto alla raccolta più estesa del mondo di Klimt, i capolavori di Egon Schiele e Oskar Kokoschka, le opere dell’Impressionismo francese e del Biedermeier viennese.

    9. Vienna, la città più vivibile al mondo

    park Burggarten in Vienna
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    Una metropoli di quasi 2 milioni di abitanti, per secoli capitale dell’Impero asburgico. Eppure Vienna è tutt’altro che affollata e “antica”. È una capitale moderna, giovane, accogliente e molto vivibile. Come da anni indicano le più importanti classifiche delle città con la più alta qualità di vita al mondo, in cui Vienna si piazza da anni al primo posto.

    Ma cosa rende Vienna così vivibile? “La città continua a offrire una combinazione insuperabile di stabilità, buone infrastrutture, solidi servizi educativi e sanitari, e un sacco di cultura e intrattenimento”. Sono le parole con cui l’Economist Intelligence Unit ha nuovamente nominato Vienna città più vivibile del mondo nel 2023, con la sua classifica del "Global Liveability Index".

    Certo, l’architettura imperiale è il simbolo della città. Ma pochi sanno quanto la natura sia parte di Vienna. Il Vecchio Danubio, l’Isola del Danubio, i siti di balneazione pubblici sono un vero arricchimento che contribuisce alla qualità della vita. Come il verde: la metà di Vienna è fatta da parchi e giardini, campi biologici, prati, vigneti. C’è perfino da un Parco nazionale all’interno dei confini di Vienna: il Parco Nazionale Donau-Aeun, che difende le pianure alluvionali del Danubio.

    A Vienna il verde veste anche i palazzi: la municipalità incentiva con fondi l’adozione di giardini verticali e facciate coperte di piante, per ridurre calore e CO2. Segno di una città che punta sulla sostenibilità. Anche i programmi di riciclaggio e compostaggio sono al top: il 30% del fabbisogno energetico della città viene soddisfatto da fonti rinnovabili. Tra le cose notevoli c’è addirittura un inceneritore che da oltre cinquant’anni brucia rifiuti dando in cambio il calore per scaldare un ospedale e case. È lo Spittelau, straordinariamente trasformato in opera d’arte dal visionario Friedensreich Hunderwasser, artista e pioniere dell’ecologia. 

    La Vienna rossa e le ripercussioni sull’edilizia residenziale sociale caratterizzano ancora oggi la morfologia urbana e lo sviluppo della città. Da decenni l’amministrazione è attenta al benessere sociale e alla gestione dello spazio pubblico. Si creano piste ciclabili, strutture scolastiche, nuove architetture ecologiche, belle da vivere e da visitare. I trasporti pubblici di Vienna coprono in modo efficiente l’intera area della città e vengono utilizzati per gli spostamenti da un viennese su due.

    E poi volete mettere i quasi 100 musei e l’infinità di luoghi dove ascoltare musica e concerti?

    10. La pista ciclabile più famosa d’Europa, il Danubio e la Wachau

    Cycling along the Danube
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    Non è un caso che si dice sia il tour in bici più famoso e bello d’Europa: gli oltre 300 chilometri del tratto in Austria lambiscono borghi pittoreschi, castelli e antichi monasteri, fertili pianure, vigneti e foreste. Toccano perfino la capitale, Vienna, e il Parco Nazionale Donau-Aeun. Ma se non volete farli tutti, i 30 chilometri che si snodano nella Wachau sono un ottimo assaggio.

    Parte del Patrimonio Unesco, quella del Wachau è la parte più spettacolare della Valle del Danubio: il fiume abbandona la calma larghezza e attraversa con anse serpeggianti colline fitte di vigne e picchi rocciosi. Sulle rive si allineano anche vestigia antiche. Come l’Abbazia di Melk: che invita a scendere di sella e visitare il complesso benedettino che troneggia sulla collina. Nato nell’anno mille e rimaneggiato in possente stile barocco, ospita la biblioteca con gli affreschi di Paul Troger, che custodisce 100.000 volumi, la Stifskirche, la chiesa affrescata da Johann Michael Rottmayr, la Sala dei marmi con le pareti di stucchi.

    Pedalando si raggiunge facilmente Aggsbach, da cui si gode la vista sulle rovine del castello di Aggstein sulla sponda opposta. È invece un ritrovamento archeologico ad aver reso famosa la cittadina di Willendorf: la "Venere", piccola scultura dalle forme femminili, ora custodita nel Museo di Storia Naturale di Vienna. Ci ricorda che questa zona è abitata da 30.000 anni. Si ritorna indietro nel tempo anche a Spitz, con le antiche case dei vignaioli del XVI secolo, la chiesa parrocchiale tardogotica, le rovine del castello di Hinterhaus. Ma qui potete anche salire tra i vigneti per sostare sotto i pergolati dei tipici Heurige, i locali dove dal 1794 i viticoltori sono autorizzati a vendere un terzo dei loro vini.

    Sono un piacere pure le strade rinascimentali di Weissenkirchen, dominate dalla possente chiesa gotica fortificata di Mariae Himmelfahrt e dall’alto campanile. La posizione sul fiume, gli incantevoli vigneti, i pendii boscosi e le singolari rocce hanno inserito Dürnstein, il borgo successivo, tra le destinazioni di viaggio più popolari in Austria. Colpiscono la torre blu dell’Abbazia e le rovine del castello in cima alla collina, dove fu imprigionato il re Riccardo Cuor di Leone. C’è invece un bel mix di antico e moderno a Krems, la meta finale: la porta barocca Steinertor, le chiese barocche, le vecchie mura contrastano con la Kunstmeile Krems, la via dell’arte dove si aprono le facciate moderne dei musei, la Kunsthall, dedicata all’arte moderna, e il Karikaturmuseum, il Museo delle caricature.

    La Wachau è anche terra di grandi vini. Patria del Grüner Veltliner, che qui trova espressioni superbe, la regione dà i natali a ottimi Riesling che primeggiano per eleganza, complessità e longevità. Lungo la pista ciclabile potete trovare numerose le soste in cantina per assaggiarli.

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